Probabilmente avrete già sentito parlare di Clubhouse, il nuovo social network basato sulle chat vocali con una totale assenza di contenuti visivi.

Ma che cos’è e come funziona esattamente?

Clubhouse è una nuova piattaforma è incentrata esclusivamente su chat vocali e contenuti audio.

Al momento è disponibile soltanto per iOS, anche se la versione per Android è sempre più vicina, ed è possibile accedere solo tramite invito da parte di qualcuno già presente sulla piattaforma.

Partiamo dicendo che ci sono 3 tipologie di utenti: si può essere moderatori, speaker o ascoltatori.

Il moderatore è colui che crea una stanza e guida la conversazione al suo interno, dando parola ai vari speaker o accettando degli auditors sul palco per permettere loro di partecipare al dibattito.

Gli speaker invece sono le persone che sono state invitate a salire sul palco per parlare all’interno di una stanza, mentre chiunque decida di entrare in quella stanza per partecipare alla conversazione arriva come ascoltatore e ha la possibilità di alzare la mano per essere invitato a sua volta a prendere parola.

Aprendo l’app gli utenti si trovano davanti ad una lista di stanze, in cui si discutono tematiche diverse, nelle quali è possibile entrare e partecipare; queste stanze vengono proposte dall’algoritmo di Clubhouse sulla base degli interessi espressi e dei propri contatti.

Già la scelta del nome stesso di “stanze” dimostra la volontà da parte degli sviluppatori di creare uno spazio intimo e privato, in cui gli utenti di tutto il mondo possano confrontarsi, scambiare opinioni, condividere informazioni e creare connessioni reali.

L’app nasce ad Aprile del 2020, creata da Paul Davison e Rohan Seth grazie ad un finanziamento iniziale di 12 milioni da parte di una società di venture capital e si è diffusa, in una fase iniziale, principalmente nella Silycon Valley dove si è fatta notare come terreno fertile in cui fare networking e creare nuove connessioni lavorative.

Non c’è da stupirsi infatti dell’enorme successo riscosso da Clubhouse in un momento difficile come questo, in cui le condizioni di isolamento hanno spinto le persone a cercare nuovi modi per incontrarsi ed entrare in relazione.

Ma non solo, bisogna considerare anche che l’esclusività dettata dall’accesso su invito ha contribuito a creare hype attorno al nuovo social e la presenza di personalità di rilievo come Elon Musk o Kanye West ha sicuramente contribuito alla sua rapida diffusione.

E questa esclusività non ha atteso troppo per farsi pagare: ad inizio 2021 è partito un giro di resell di account clubhouse, in cui persone già presenti all’interno dell’app hanno cominciato a rivendere gli inviti anche a 100$ l’uno.

Inoltre nell’ultimo anno si è vista una crescita costante dell’interesse verso i contenuti audio e vocali in generale con i podcast in prima fila: non sono di certo una novità, ma è soprattutto nell’ultimo periodo che questo tipo di contenuti ha cominciato a destare maggiore interesse.

E Clubhouse si è inserita perfettamente all’interno di un mondo in cui mancava uno spazio dedicato alle discussioni verbali dirette e live, senza la presenza di altri contenuti visivi.

Non è un caso che, dopo il successo dell’app, anche gli altri social network abbiano cominciato ad implementare feature dedicate a contenuti audio e stanze vocali.

Sia Facebook che Twitter, ma anche LinkedIn e Reddit, hanno presto notato le possibilità che si aprivano in questa direzione e sembrerebbe che abbiano deciso di lanciare nuove sezioni all’interno delle loro piattaforme.

Proprio nei primi giorni di Aprile, Facebook ha lanciato una nuova applicazione online, molto simile a Clubhouse, chiamata Hotline: oltre ai contenuti audio, qui ci sarà però la presenza di altri contenuti visivi come ad esempio video dirette e testi.

Invece Twitter già a marzo stava lavorando ad una versione beta per Android di Twitter Spaces: degli spazi privati di conversazione vocale tra gli utenti.

È ormai evidente come l’ audio stia suscitando sempre maggiore coinvolgimento da parte degli utenti ed è anche lampante come il mondo dei grandi big dei social (Facebook, Instagram e Twitter) sia arrivato ad un punto di saturazione espressiva, tanto che gli utenti stessi hanno cominciato a migrare anche verso altre piattaforme.

Molti brand si sono resi conto di questa saturazione e stanno provando ad esplorare nuovi social; ma se è pur vero che gli utenti si stanno spostando è altrettanto vero che le aziende non sempre riescono a farlo in modo efficace.

Ne è una prova Tik Tok: nonostante sia molto diffusa tra gli utenti risulta ancora leggermente ostica per le aziende che al momento non sono ancora riuscite ad inserirsi efficacemente nella piattaforma con delle campagne marketing.

Del resto però non è sempre facile adattarsi a nuovi formati e Clubhouse pone delle difficoltà ulteriori in questo senso proprio per la sua struttura priva di contenuti visivi e di possibilità di registrare e ricondividere le conversazioni avvenute nelle stanze.

Infatti Clubhouse si pone in diretto contrasto con il mare di contenuti, molto spesso ripetitivi, proposti sulle altre piattaforme.
Qui si punta ad un rapporto più intimo e confidenziale con la propria audience, fatto di connessioni reali e significative.

 Tutto questo implica però, da parte degli utenti, un ascolto molto più attento e partecipativo ed è proprio questa vicinanza ad essere il punto di forza della piattaforma che crea connessioni molto più intime e reali di quanto non avvenga altrove.

Le aziende si stanno infatti interessando sempre di più alle private e micro community della rete seguendo l’equazione brand empathy = brand loyalty: una community partecipe ed empatica si tradurrà in una community fedele nel breve e lungo termine.

Ma quindi perché le aziende dovrebbero stare su Clubhouse e come dovrebbero utilizzarlo?

Cominciamo con un consiglio: se volete entrare su Clubhouse e proporre contenuti per il vostro brand ne dovete ripensare il formato.

Non servono comunicati stampa canonici e distaccati, qui serve creare una vera e propria cultura attorno al brand, che ne rispecchi i valori e sia in grado di comunicarli efficacemente.

In secondo luogo è importante trovare la giusta fanbase: dovranno essere persone realmente interessate ad ascoltare ciò che avete da dire ed ad entrare in relazione con il brand.

Questo passaggio è molto importante perché trasforma la vostra audience in un asset fondamentale per il vostro business: avrete a disposizione un gruppo pronto a darvi feedback propositivi e a cui proporre eventualmente idee in anteprima per sondare il terreno!

Un altro beneficio di Clubhouse è la possibilità di fare networking: è uno strumento perfetto per entrare in relazione e connettersi con altre persone con interessi comuni da tutto il mondo; da non sottovalutare in un momento difficile come questo in cui si è limitati negli spostamenti e le possibilità di incontrare qualcuno di persona si sono ridotte drasticamente.

Un altro vantaggio dell’app è la possibilità di diventare virali, o comunque raggiungere più persone di quanto non si possa fare altrove.

Se è pur vero che gli utenti di Clubhouse non sono ancora tanti quanti se ne contano su Instagram o Facebook è altrettanto importante considerare che, se si sale sul palco per parlare in una qualche stanza, l’app manda una notifica a tutti i vostri follower per avvertirli.

Questo può portare ad avere più occhi addosso contemporaneamente e, di conseguenza, creare maggiore brand awareness.

Inoltre rappresenta un ottimo spazio per dar voce alla vostra azienda nel vero senso della parola!

Anche se non è detto che Clubhouse sia lo spazio adatto per il vostro brand al momento,  non è da sottovalutare di certo la portata dei contenuti audio: stanno riscuotendo sempre maggiore successo ed interesse!

Ed è altrettanto importante riflettere sulle possibilità che si aprono per le aziende nel coltivare un rapporto più intimo e vero con i propri clienti.

Avete già Clubhouse e vorreste sapere se inserirlo nella vostra strategia di digital marketing per la vostra azienda? Parliamone insieme!

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